giovedì 29 settembre 2011
La pelle che abito
mercoledì 28 settembre 2011
Titoli
giovedì 22 settembre 2011
Carnage
- 2
sabato 17 settembre 2011
Indi per cui
C: mettete fiori nei vostri cannoni... non so perchè mi è venuta... comunque se ci metti quelle rose alte un metro e mezzo dal gambo spinosissimo fai male, eccome. ogni pacifismo è in latenza aggressivo, anche quello floreale, indi per cui la terra sarà sempre un'arena di lotte fratricide ed ecologicamente scorrette.
martedì 13 settembre 2011
The End of Postmodernis: idee per una performance
venerdì 9 settembre 2011
Riviste d'arte che meritano
martedì 6 settembre 2011
Era dell'autenticità
Illuminami,se puoi."
Forse non si è capita molto la mia posizione, ma io trovo piuttosto ridicola l'affermazione del signor Docx, cioè che la morte del postmoderno fissata il 24 Settembre; naturalmente è una notizia sensazionalistica volta ad attirare l'attenzione sulla mostra citata, certo è che a mio parere offre uno spunto di riflessione interessante riguardo il presente che stiamo vivendo e i suoi punti di frattura o continuità con il più recente passato. Il Postmoderno nasce in seno al modernismo, ne prende alcune caratteristiche e ne contamina altre utilizzando le tecniche messe a disposizione anche dal progresso tecnologico e delle comunicazioni. Sta di fatto che come sottolinea l'autore i modernisti avevano dei programmi, scrivevano manifesti, contestabili, ma comunque decisi a dare una propria visione del mondo in rottura con la tradizione delle accademie. Invece il postmoderno non offre nessuna idea 'forte' e appunto Vattimo e Rovatti parlavano di pensiero debole, e di 'deriva destinale dell'essere' per indicare la sostanziale impossibilità di professare una verità autentica, come quella cristiana o marxista, ora, mi sembra di capire che da diversi fronti arrivino voci diverse. Ma questo già da anni, quindi mi sembra anacronistica l'annuncio di morte del postmoderno, e anche abbastanza inverosimile la dicitura 'Era dell'autenticità'. Un modo semplicistico per chiudere molte delle scomode questioni del postmoderno a fronte di un rinnovato e quanto mai insistente bisogno di certezze che in tempi di crisi si desiderano come non mai. La religione lo sa, in particolare mostra di saperlo molto bene Comunione e Liberazione che ha intitolato il suo recente meeting annuale di Rimini: 'E l'esistenza diventa un'immensa certezza'. Ma quando un inviato domandava ai partecipanti quale fosse la loro 'certezza' la risposta non era quella che si potrebbe aspettare da un membro di una comunità cristiana, ovvero: Gesù - bensì la certezza di essere parte di un gruppo fondato su valori condivisi (sulla qualità si può discuterne...). Cito questo esempio perché mi sembra che le nuove certezze di cui a volte ci facciamo orgoglio di possedere non sono altro che costruzioni simboliche che trovano rimando nel senso di appartenenza, e in questo senso si connette la popolarità di social network e community virtuali, dove i meccanismi d'interazione si fondano spesso sul 'piacere comune'. Un modo per autenticarci è l'essere disposti ad esibire approvazione con un 'mi piace'. D'altro canto è da notare come molte pagine e diciture rielaborate della cultura pop e mediatica siano indubbiamente originali e divertenti. Un riso amaro però, di chi sta al gioco, ma nel frattempo non vede l'ora di liberarsene. Liberarsi del postmoderno con l'era dell'autentico? In ogni caso è certo che le interpretazioni hanno stufato', si ha fame di fatti, di realismo. Il 'New Realism' di cui parla Ferraris e a cui Vattimo ribatte: "Prendiamo atto del fallimento, pratico, delle speranza post-moderniste. Ma certo non nel senso di tornare 'realisti' pensando che la verità accertata (da chi? Mai che un realista se lo domandi) ci salvi, dopo la sbornia ideal-ermeneutica-nichilista."
Insomma la questione è aperta, Warhol dai mille occhi della sua Marylin ci guarda.
domenica 4 settembre 2011
R.I.P Postmoderno
sabato 3 settembre 2011
Perché un altro blog (contemporaneo)
venerdì 2 settembre 2011
Festival della mente
giovedì 1 settembre 2011
Nuovo blog
Un giorno questo libro ti sarà (in)utile?
«L’arte non è l’attuazione di un canone di bellezza, ma quello che l’istinto e l’intelligenza riescono a concepire al di là di esso» Picasso
Ancora libri
Il libro, pubblicato in Francia nel 2005, nasce da un ciclo di conferenze tenute da Alain Badiou nel triennio 1998-2001 su invito del Collège international de philosophie e dedicate al ventesimo secolo. Come impostare la riflessione su un secolo che, di volta in volta, viene definito il secolo totalitario, il secolo sovietico, il secolo liberale? Il problema, concettualmente, non è scegliere un tipo di unità obiettiva o storica (l'epopea comunista, o il male radicale, o la democrazia trionfante...), il punto non è ciò che è successo nel secolo, bensì ciò che vi si è pensato.Che cosa viene pensato, dunque, dagli uomini di questo secolo che non sia soltanto la prosecuzione di un pensiero anteriore?