lunedì 31 ottobre 2011

Poetry Slam

Con il poetry slam la poesia è una sfida all’ultimo verso

Gabriele Pieroni

La poesia diventa una sfida dal vivo e tenta di arrivare al grande pubblico spiazzando accademie e critici. Ci si sfida sul palco, il pubblico vota e, alla fine, solo uno resta in piedi. Un fenomeno che sta modificando il modo in cui la poesia viene percepita, diventando una sfida-concerto fra poeti. Fra chi ha un approccio più tradizionale però il giudizio è negativo: uno sport più che poesia.



Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/poetry-slam#ixzz1cNlFxM4I

venerdì 28 ottobre 2011

Melancholia

Di Von Trier si suole dire che si ama o si odia, per quanto mi riguarda oscillo tra le due posizioni. Se in Dogville, Le Onde del destino e Antichrist l'ho amato, nel suo ultimo Melancholia mi tocca esprimere una certa perplessità.

Dico subito che le parti migliori sono l'inizio e la fine, solo queste sequenze valgono il prezzo del biglietto; splendida la fotografia a rallentatore di Michael Alberto Caro in cui il regista dice di essersi ispirato a Tarkovskj per gli effetti di luce, quest'ultima è molto bella e giocata sui toni freddi del pianeta in contrasto con una tonalità calda e molto satura della prima parte ambientata nella villa borghese. Il film è bipartito e incentrato su due sorelle: Justine (Kirsten Dunst) e Claire (Charlotte Gainsbourg) due donne con due caratteri opposti in cui il regista proietta parte di sé e delle sue ansie apocalittiche. Di Justine condivide la sensazione viscontiana di fine del mondo, la sofferenza preveggente e il distacco dalle convenzioni. In Claire vede il bisogno (registico) di mettere ordine, di trovare un senso, controllare anche l'ineluttabile (Mymovies).


Dopo il magniloquente prologo la storia si apre all'insegna del sarcasmo di una bianca limousine incagliata in una stretta strada di campagna. Il piglio antiborghese si fa sentire nelle scene d'interno in cui si svolge il ricevimento di nozze organizzato da Claire, per l'incantevole e inquieta sorella Justine, quest'ultima nonostante le attenzioni del marito si dimostra sempre più inquieta e in poco tempo riesce a mandare a monte non solo il matrimonio appena celebrato, ma anche la sua carriera da pubblicitaria. Da notare i dettagli della sequenza nello studio dove va a sostituire i libri di storia dell'arte raffiguranti quadri del costruttivismo russo (quindi razionalità e geometria) con altre immagini altamente simboliche tra cui l'Ofelia del preraffaellita Everett Millais, Il giardino delle delizie di Bosch, e il Ritorno dei cacciatori di Bruegel il vecchio. L'amore per l'arte di Trier insomma si fa notare, un'arte apocalittica sia chiaro, in cui la natura esprime la soverchiante forza del caos di cui la donna è figura profetica.


Mentre con un rudimentale e al contempo efficacie strumento si rileva l'avvicinamento del pianeta alla terra strane cose accadono. I ruoli s'invertono: Claire la sorella nella prima parte sicura di sé perde ogni controllo, non crede alla fede scientifica del marito, e si procura un'ingente dose di pillole nell'evenienza di darsi da sé la morte, peccato che qualcuno ci abbia pensato prima lasciandola insieme al figlio e alla sorella ad affrontare la fine. Non sulla terrazza con un buon bicchiere di vino accompagnato dalla nona di Beethoven, inno alla gioia di romantica speranza che come afferma il regista è "una grande stronzata", dunque non c'è speranza, non c'è assoluzione. Non c'è altro modo per finire se non accettando la fine come unica via possibile perchè "La vita sulla terra è cattiva, non c'è motivo di piangere per essa".



Degna colonna sonora che accompagna il messaggio di morte è Wagner, non il Wagner trionfale della Cavalcata delle Valchirie, ma quello struggente del Tristano e Isotta. La ricerca estetica che fa da contraltare alla portata nichilista è notevole. L'uso abbondante della steadycam dà alla testa e introduce nel mondo traballante dei rapporti umani con un esito letteralmente emetico; una mia amica mi ha raccontato di essersi dovuta precipitare in bagno colta da insopportabile nausea. Questo è l'effetto Melancholia, uno dei tanti possibili, tra cui anche qualche sbadiglio nel mezzo.

mercoledì 19 ottobre 2011

Dai un appuntamento a una ragazza che legge

Non potevo non postarlo (ho la tessera della biblioteca da quando avevo cinque anni nb).

“Dai un appuntamento ad una ragazza che legge. Dai un appuntamento ad una ragazza che spende il suo denaro in libri anziché in vestiti. Lei ha problemi di spazio nell’armadio perché ha troppi libri. Dai un appuntamento ad una ragazza che ha una lista di libri che vuole leggere, che ha la tessera della biblioteca da quando aveva dodici anni.

Trova una ragazza che legge. Saprai che lo fa perché avrà sempre un libro ancora da leggere nella sua borsa. E’ quella che guarda amorevolmente sugli scaffali di una libreria, quella che tranquillamente emette un gridolino quando trova il libro che vuole. La vedi odorare stranamente le pagine di un vecchio libro in un negozio di libri di seconda mano? Questo è il lettore. Non può resistere dall’odorare le pagine, specialmente quando sono gialle.

Lei è la ragazza che legge mentre aspetta in quel caffè sulla strada. Se dai una sbirciatina alla sua tazza, la sua panna non proprio fresca galleggia in superficie perché lei è già assorta. Persa nel mondo dell’autore. Siediti. Potrebbe darti un’occhiataccia, poichè la maggior parte delle ragazze che leggono non amano essere interrotte. Chiedile se le piace il libro.Offrile un’altra tazza di caffè.

Falle sapere ciò che tu davvero pensi di Murakami. Vedi se sta leggendo il primo capitolo di Fellowship. Cerca di capire che se dice che ha compreso l’Ulisse di Joyce, lo sta solo dicendo perché suona intelligente. Chiedile se ama Alice o se vorrebbe essere Alice.

E’ semplice dare un appuntamento ad una ragazza che legge. Regalale libri per il suo compleanno, per Natale e gli anniversari. Falle il dono delle parole, in poesia, in musica. Regalale Neruda, Pound, Sexton, Cummings. Falle sapere che tu comprendi che le parole sono amore. Capisci che lei sa la differenza che c’è fra i libri e la realtà ma che per dio, lei sta cercando di rendere la sua vita un poco simile al suo libro preferito. Se lo fa, non sarà mai colpa tua.

Ha bisogno di essere stuzzicata in qualche modo.Mentile. Se comprende la sintassi, capirà che hai la necessità di mentirle. Oltre le parole, ci sono altre cose: motivazione, valore, sfumature, dialogo. Non sarà la fine del mondo.

Deludila. Perchè una ragazza che legge sa che il fallimento conduce sempre al culmine. Perché le ragazze come lei sanno che tutto è destinato a finire. Che tu puoi sempre scrivere un seguito. Che puoi iniziare ancora e ancora ed essere nuovamente l’eroe. Che nella vita si possono incontrare una o più persone negative.Perché essere spaventati da tutto ciò che tu non sei? Le ragazze che leggono comprendono che le persone, come i caratteri, si evolvono. Eccetto che nella serie di Twilight.

Se trovi una ragazza che legge, tienitela stretta. Quando la trovi alle due di notte stringere un libro al petto e piangere, falle una tazza di the e abbracciala. Potresti perderla per un paio d’ore ma tornerà sempre da te. Lei parla come se i personaggi del libro fossero reali perché, per un po’, lo sono sempre.

Chiedile la mano su una mongolfiera. O durante un concerto rock. O molto casualmente la prossima volta che lei sarà malata. Mentre guardate Skype.Le sorriderai apertamente e ti domanderai perché il tuo cuore ancora non si sia infiammato ed esploso nel petto. Scriverete la storia delle vostre vite, avrete bambini con strani nomi e gusti persino più bizzarri. Lei insegnerà ai bimbi ad amare Il Gatto e il Cappello Matto e Aslan, forse nello stesso giorno. Camminerete insieme attraverso gli inverni della vostra vecchiaia e lei reciterà Keats sottovoce , mentre tu scrollerai la neve dai tuoi stivali.

Dai un appuntamento ad una ragazza che legge perché te lo meriti. Ti meriti una ragazza che possa darti la più variopinta vita immaginabile. Se tu puoi solo darle monotonia, e ore stantie e proposte a metà, allora è meglio tu stia da solo. Se vuoi il mondo e i mondi oltre ad esso, dai un appuntamento ad una ragazza che legge.

O, ancora meglio, dai un appuntamento ad una ragazza che scrive”.

Rosemarie Urquico

martedì 18 ottobre 2011

Comunicato stampa feminist blog camp


Il Feminist Blog Camp (Torino 28-29-30 ottobre all'Askatasuna) è un evento totalmente gratuito, autofinanziato, autogestito ed aperto a tutti. A chiunque abbia uno spazio internet e si occupi di pratiche antisessiste sul web. A tutti coloro che vorranno seguire i workshop e i laboratori proposti con l'intento di condividere i saperi.

L'idea del Camp prosegue la linea tracciata dal primo Fem Camp di Bologna nel 2007 ed è la risposta alle necessità di vivere la tecnologia in maniera condivisa, partendo dalle pratiche differenti con cui ci confrontiamo nel web, per tentare di agire in maniera globale.

Negli anni più recenti molte donne femministe e molti uomini disertori del patriarcato hanno cominciato a popolare la rete, in maniera sempre crescente e hanno intessuto relazioni per affrontare battaglie comuni. Abbiamo deciso quindi di mettere insieme questi nostri saperi, imparando l'uno dall'altro e trasmettendoci le conoscenze necessarie per vivere i nostri spazi e le nostre esigenze di cambiamento.

Aderiscono al Feminist Blog Camp più di 100 blog e siti; durante la tre giorni si potrà assistere a seminari, proiezioni, dibattiti, musica, arte, spettacoli, reading, cultura e molto altro; le tematiche trattate varieranno nei diversi workshop: dai diritti digitali al subvertising, dal controllo dei corpi alla libera sessualità, dalle narrazioni personali alle pratiche sociali e politiche.

Saremo ospiti del CSOA Askatasuna che metterà a disposizione oltre alle sale per i laboratori anche uno spazio/ludoteca per i bambini gestito dai partecipanti al Camp, uno spazio per dormire con il sacco a pelo e la cucina in cui mangeremo vegetariano: 3 giorni di totale autogestione all'insegna della
massima condivisione.

Per altre informazioni il blog di riferimento

Il wiki in cui si possono seguire i lavori passo dopo passo

Il programma

Banner, loghi, grafiche:

Call in inglese
in altre lingue sempre su http://feministblogcamp.noblogs.org/ alla voce "translations"Il numero di telefono per giornalisti e giornaliste 3425510325

domenica 16 ottobre 2011

A (lot of) dangerous method(s)


La critica si è espressa in modo piuttosto discorde nel valutare l'ultima fatica di Cronenberg, in generale però prevale l'idea che il maestro abbia atto un passo indietro rispetto alle sue prove più celebri, da Videodrome a Crash alla Mosca... Giancarlo Zappoli su Mymovies lo introduce come "Una profonda analisi su tre fragili personalità in costante ricerca" forse l'intenzione era quella, ma nella pratica si assiste ad un "ibrido tra un biopic statico e una piéce capace di mostrare un po' d'ironia nei confronti del transfert" (Pierpaolo Festa su film.it).

L'ironia sta in particolare alla fine dove si cerca di mostrare come medici e pazienti possano trovarsi sullo stesso piano, o addirittura invertire le parti così come accade tra Jung e Sabina Spielrein, la quale dopo esserne stata paziente diventa a sua volta stimata analista a cui viene richiesto di prendere in cura il dottor Jung caduto in una profonda depressione dopo la rottura dei rapporti con Freud. Il film cerca di dare a vedere quanto sia forte la sfera d'influenza del padre della psicoanalisi, ma anche i suoi limiti, le sue nevrosi che lo legano ad una pratica nata all'interno di un pensiero puramente positivista, che non mira a cercare di capire i meccanismi più profondi dell'agire umano, ma semplicemente a ricondurre quasi tutto ad un problema d'origine sessuale. è proprio qui che si discosterà il più giovane Jung, non senza scontare sulla propria persona la delicata questione di fino a che punto sia giusto reprimere il proprio essere.

La recitazione contenuta e compassata dei due analisti trova ribaltamento nelle turbe emotive di Sabina, interpretata dalla bella Keira Knightley che sembra divertirsi molto a calarsi prima nelle vesti di una convulsa nevrotica e poi di un'amante masochista quanto melanconica e turbolenta. Interessante notare come nel rapporto sado-masochista in cui trascina l'amorevole marito e padre di famiglia Jung, la donna assuma apparentemente le parti della vittima per celando una natura da carnefice in cui costringe l'altro a farle da aguzzino succube del suo desiderio di violenza risalente al rapporto con il padre.

Questa è la dinamica più interessante del film, per il resto sembra che il regista voglia inserire a forza alcuni passaggi che non hanno rilevanza ai fini della vicenda, ma piuttosto servono a far intendere che si è studiato bene la storia. Ma nel complesso si vede che Cronenberg mostra un certo riserbo nel trattare con personaggi dalle idee così complesse e influenti, e non riesce a dare spazio alla sua capacità immaginativa per troppo amore di forma, quasi rimanendo un osservatore esterno che ammirare i personaggi nella cornice creata.

Un metodo pericoloso, o meglio molti metodi pericolosi? Nel titolo si nasconde una domanda a cui la relazione proibita sembra suggerire più di una risposta, fino alla frase più citata di Jung, in cui "Forse occorre fare qualcosa d'imperdonabile (e quindi fuori dalle regole di chi è normale e chi è pazzo) per rimanere vivi.

Una serie d'immagini che possono dare un'idea della raffinata fotografia, e ancor più delle pose di Keira, a mio avviso una delle più talentuose attrici contemporanee.











Le foto prede da questo sito

venerdì 14 ottobre 2011

Colluvie



Devo l'apprendimento di questa parola - che fa da titolo - a una mia amica che l'ha adottata. Adotta anche tu una parola! http://adottaunaparola.ladante.it/

sabato 8 ottobre 2011

Bailamme

Un minuscolo taglietto sul polpastrello del pollice sinistro può cambiare radicalmente la mia presa di coscienza sull'esistente tutto. Il vento mi secca la pelle, mi stanca. Non so cosa regalare ad un'amica, non so come riempire la mia vita. Voglio leggere Moby Dick. Devo imparare dieci righe a memoria per settimana prossima. Devo sentirmi meno perduta. Un gran bailamme c'è in me, sempre.



martedì 4 ottobre 2011

L' amore al tempo dei cannibali

Una lista di cose da fare si accumula e io sogno libri che mi saltano in testa da soli, chili che scompaiono per magia, soldi che crescono sugli alberi, capelli lisci e naturalmente rosa confetto, genitori che si mostrano entusiasti delle mie rivendicazioni estetiche, vestiti, trucchi, accessori nuovi ed eccentrici, talento fotografico, ecc...

Ho livellato le mie unghie e tinteggiato queste di viola scuro, quel tipo di viola che sembra fighissimo dentro la boccetta, ma poi sulle unghie perde tutto il suo splendore, o quasi. Mangio carboidrati a iosa e zuccheri a palate. Ho iniziato a giocare ad Alice Madness Return, non sono una patita dei videogame, ma questo è da provare se non altro per la grafica particolareggiata e curatissima che rende giustizia al lato più folle, macabro e allucinogeno del paese delle meraviglie, trasformato qui in una landa di apocalisse steampunk in cui Alice deve orientarsi a colpi di lama vorpale e macinapepe, sbaragliando teiere occhiute, sanguisughe, carte malefiche, mostri a più teste, viti volanti ecc... Mi sono arenata in un punto particolarmente ostico dove c'è un nemico che mi ammazza sempre, uffa. è bellissimo quando Alice rimane con poca vita e può entrare in modalità isteria, una condizione d'invincibilità temporanea, insomma quando si è allo stremo si tirano fuori risorse sovrumane che non credevamo neanche di avere. Quando il gioco si fa duro Alice diventa isterica, e io? Io penso al costume di Halloween e all'immagine di copertina per il mio libro. Penso che sceglierò una delle adorabili illustrazioni di Conrad Roset. "L'amore al tempo dei cannibali" è un nuovo titolo che sto valutando, a me suona bene :)