Mio padre è impazzito e vuole trasferirsi alle Canarie. Io
gli dico che deve tagliare il prato che il giardino selva una selva nera. Da
quando mia mamma è morta nessuno si occupa più del giardino ed è deprimente
vedere i fiori appassire, un'ortensia piccola e rosa però resiste, io sono
quell'ortensia resistente e ho mandato la foto ad A, Tram, Irene, di me come un fiore. Ieri yoga nel parco, disagio per via del mio corpo esposto e scavato e
malsano rispetto alle altre ragazze belle, toniche, abbronzate. Sembro un
vampiro denutrito quando vorrei essere un gattino che si accoccola e fa le fusa
e si stiracchia e viene tenuto in braccio e nutrito come una cosina preziosa.
Penso tantissimo, ho uno stormo di colibrì nella testa il cui cuore batte
velocissimo e sembra un ronzio indistinto. Scrivere del mio corpo: cicatrici,
nei, capezzoli, peli, unghie, ossa. Osare di più con le parole e i desideri.
Che cosa desidero? Scrivere. Amare. Essere amata. Una bella casa con un
giardino curato e una libreria fornitissima. Piccoli grandi sogni borghesi perché
la mia vita assomiglia sempre di più a una commedia di Ionesco. Tornare al
teatro come forma espressiva. Tornare all’assurdo, all’esistenzialismo nauseato
e grandioso dei pensatori francesi che ammiravo da giovane. Dammi un bacio, guardami, sono la tua Kathy Acker, solo non sono ebrea, almeno credo…
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