lunedì 31 ottobre 2011

Poetry Slam

Con il poetry slam la poesia è una sfida all’ultimo verso

Gabriele Pieroni

La poesia diventa una sfida dal vivo e tenta di arrivare al grande pubblico spiazzando accademie e critici. Ci si sfida sul palco, il pubblico vota e, alla fine, solo uno resta in piedi. Un fenomeno che sta modificando il modo in cui la poesia viene percepita, diventando una sfida-concerto fra poeti. Fra chi ha un approccio più tradizionale però il giudizio è negativo: uno sport più che poesia.



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2 commenti:

  1. Penso che sia un'ottima idea per rivitalizzare il mondo della poesia... In fin dei conti credo che, in ogni ambito della vita, il primus movens sia sempre rappresentato dalla competizione...

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  2. Se parli di "rivitalizzare" vuol dire che non hai idea di cosa sia la poesia. E non basta certo trasformarla in un incontro di pseudo boxe per far avvicinare gente che non se ne interessa o non la capisce.

    Infine, un pensiero sulla "competitività".
    Il motore primo della vita è la ricerca di una condizione di felicità.
    Coloro che non riescono ad avere desideri in sé trovano questo motore in modo indiretto, traslato cioè nell'idea di "superare", "battere" gli altri. Chi, anziché godere di una passione, gode di sconfiggere gli altri prova una soddisfazione derivata, infatti di solito questi individui competitivi e invidiosi sono corrosi dalla consapevolezza di avere un cuore vuoto.
    Sono come i sadici o i masochisti nel rapporto sessuale. Hanno bisogno di sovrapporre al sesso le categorie di pensiero del potere e della gerarchia, altrimenti non riescono a godere. Nessuno - se non chi condivide tale schiavitù - pensa che siano meglio di chi è in grado di godere dell'atto sessuale in modo assoluto, libero e slegato.

    Questa è la gente che crede che la poesia vada "rivitalizzata". Parlano di "poesia" ma pensano al proprio cuore in necrosi.

    F.G.

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